
E niente, se abitassi al mare gli aggiornamenti a questo sito sarebbero quotidiani 😉
Sono reduce da una breve vacanza sulla costa romagnola e ogni volta che varcavo l’uscio era una gioia. Il sogno di tutti i cloudspotters del mondo. Bastava scendere in spiaggia per sgranare gli occhi e chiedermi perché proprio io dovevo nascere in una gabbia di roccia, chiusa in tre direzioni su quattro, con lo sguardo che letteralmente sbatte contro montagne in grigioverde. A Misano Adriatico, invece, ci sono centottanta gradi di cielo per cercare qualcosa di cui godere. Tanto per fare qualche esempio, anche il più piccolo dei cumulus ha la sua bella boccuccia (lowering) da cui aspira l’aria calda e umida del mare. Molte delle nubi che ho osservato in quei giorni, disponendo di ottime quantità di energia, si sono esibite in curiose protuberanze, tra l’altro difficilmente classificabili, che si estendevano talvolta per decine di chilometri. Ma uno degli spettacoli più belli è stato questo in foto: un flebile banco di cirrocumulus si è dissolto al tramonto in una cascata di cristalli di ghiaccio, generando la particolarità supplementare chiamata virga. Il fatto che le virgae abbiano una forma distorta è dovuto alle variazioni di velocità del vento in quota: a diecimila e passa metri soffia forte, mentre più in basso è moderato. I cristalli di ghiaccio in caduta incontrano quindi correnti via via più deboli e “rimangono indietro” rispetto alla nube che li ha generati. Ecco quindi questo straordinario effetto, degli eterei capelli che si sciolgono al vento. Scienza e poesia insieme.
Insomma… mare, tutta la vita 😉