Dare un nome alle nuvole

Più o meno come si usa fare nella classificazione delle specie viventi, le nuvole si suddividono in gruppi relativamente omogenei chiamati GENERI.
I generi sono 10, e più precisamente (tra parentesi l’altezza tipica):

  • CIRRUS (5000-12000 m), si presentano in scie, ciuffi o fasce biancastre. Si tratta di elementi separati tra loro, dall’aspetto serico (come la seta) o fibroso.
  • CIRROSTRATUS (5000-9000 m), veli di nubi alte e semitrasparenti, lisce o fibrose, con una trama diffusa e uniforme. Splendendo dietro a un cirrostrato il sole riesce a illuminare gli oggetti in modo sufficiente da proiettare ombre ben e generando talvolta gli aloni.
  • CIRROCUMULUS (5000-12000 m), banchi di nubi dell’aspetto di piccoli granelli senza alcuna parte in ombra.
  • ALTOSTRATUS (2000-8000 m), nubi stratificate di colore grigio. Generalmente lasciano intuire la posizione del sole, che però non proietta ombre. Posso dare vita al fenomeno della corona solare o lunare.
  • ALTOCUMULUS (2000-5500 m), strati o banchi nuvolosi composti da singoli ammassi di varia forma, ognuno dotato di una parte più scura perché in ombra, appaiono di dimensioni minori rispetto agli stratocumuli per la loro maggiore altitudine.
  • STRATOCUMULUS (600-2000 m), banchi di cumuli appiattiti, talvolta allungati a forma di rullo accostati l’uno all’altro in maniera più o meno discontinua. Possono anticipare o seguire una perturbazione, ma si formano anche in caso di sollevamento di nebbia o strati di nubi basse
  • STRATUS (0-2000 m), coltri di nubi basse e indistinte che possono presentarsi anche al livello del suolo sotto forma di nebbie o foschie, generalmente associate a condizioni di tempo stabile.
  • NIMBOSTRATUS (600-5500 m), banchi nuvolosi grigi, indistinti e molto spessi, forieri di precipitazioni abbondanti e persistenti (il termine nimbus, in latino, indica una nube piovosa), si accompagnano sempre a intense perturbazioni
  • CUMULUS (500-6000 m), il genere più noto, a forma di mucchio, pila, cupola, torre o cavolfiore. Sono di colore bianco se esposti direttamente ai raggi del sole, se in ombra appaiono invece scuri e più minacciosi. A seconda della fase di maturazione si suddividono in humilis, mediocris o congestus, quest’ultimo in grado di provocare rovesci di pioggia o neve senza fulminazioni. I cumulus indicano in ogni caso una certa instabilità dell’aria
  • CUMULONIMBUS (600-12000 m), nubi temporalesche dall’aspetto cumuliforme, ma molto più sviluppate verticalmente, che causano rovesci e temporali localizzati nel tempo e nello spazio, talora molto intensi. Sono le nubi che più di ogni altro tipo indicano instabilità atmosferica e sono anche le più pericolose.

Ricorrendo nuovamente all’analogia con la sistematica, la nefologia prevede un’ulteriore sottoclassificazione, in virtù della quale dopo il genere vi è la SPECIE. Di seguito l’elenco completo; da notare che ad una nube può essere applicata una sola specie.

  • FIBRATUS, indica la presenza di filamenti, striature e/o fibre più o meno rettilinei, che non terminano a uncino o con altre protuberanze;
  • UNCINUS, i filamenti (scie di caduta di cristalli di ghiaccio) tendono a ripiegarsi su sé stessi dando luogo a virgole o uncini;
  • SPISSATUS, specie associata solo ai cirrus, indica che lo spessore è tale da far apparire la nuvola di colore grigio. Solitamente gli spissatus sono generati dall’espansione di un’incudine temporalesca;
  • CASTELLANUS dal latino castellum, è usato quando si osservano merlature sulla sommità delle unità costituenti la nuvola;
  • FLOCCUS, indica la presenza di elementi a forma di fiocco, batuffolo o cumuletto dalla base irregolare;
  • STRATIFORMIS, termine da usare quando le nubi osservate non si presentano come un banco isolato, ma occupano una vasta superficie;
  • NEBULOSUS, le nubi si presentano come una distesa indifferenziata, senza parti che spicchino sulle altre;
  • LENTICULARIS, si tratta di ammassi lisci e compatti, con parti che presentano un’ombra ben marcata, a forma di lente, disco o mandorla;
  • FRACTUS, brandelli di nubi dalla forma irregolare, grigi, che appaiono talvolta scuri perché posti alla base di altre formazioni nuvolose. Si formano spesso in presenza di precipitazioni;
  • HUMILIS, specie assegnata ai cumuli di scarso sviluppo verticale e la cui parte più estesa è la base. Sono i classici cumuli del bel tempo;
  • MEDIOCRIS, indica cumuli moderatamente sviluppati in altezza, che non causano precipitazioni;
  • CONGESTUS, si può tradurre dal latino con il termine “accresciuto”: si tratta di una nube cumuliforme ben sviluppata, la cui estensione in altezza supera quella in larghezza. Può causare rovesci di pioggia;
  • CALVUS, assegnato ai cumulonembi le cui protuberanze hanno un aspetto appiattito, senza fibre e striature. Per convenzione, si passa dal cumulus congestus al cumulonimbus calvus nel momento in cui si verifica il ghiacciamento della parte sommitale della nube, con separazione delle cariche e inizio delle fulminazioni;
  • CAPILLATUS, letteralmente “provvisto di capelli”, lo stadio raggiunto dal cumulonembo dopo la fase di calvus. La sommità del capillatus presenta fibre, striature e pennacchi che si dipartono in maniera disordinata e generano la classica forma a incudine.

Ma non è finita qui! Le nubi possono mostrare una o più delle seguenti VARIETA’:

  • Intortus, i filamenti (scie di caduta di cristalli di ghiaccio) sono aggrovigliati e irregolari
  • Vertebratus, indica la presenza di una conformazione a lisca di pesce.
  • Undulatus, quando le unità che costituiscono le nubi si dispongono lungo file più o meno parallele che ricordano le onde del mare.
  • Radiatus, varietà che assumono le nubi quando si dispongono in file parallele e sembrano, per una questione prospettica, convergere all’orizzonte.
  • Lacunosus, tale varietà riduce le aree nuvolose a semplici orlature di ampi spazi di cielo sereno.
  • Duplicatus, varietà osservabile quando la stessa nube si presenta ad altitudini diverse
  • Translucidus in presenza di questa varietà di nubi è possibile intuire il contorno del sole e della luna.
  • Perlucidus in questo caso alcune aperture tra le nubi permettono alla luce del sole o della luna di filtrare.
  • Opacus dietro a questa varietà di nubi il sole e la luna non sono visibili.

 


Alcune formazioni nuvolose possono presentare inoltre particolarità supplementari e nubi accessorie quali:

Incus
Termine con il quale si indica la forma ad incudine assunta dalla parte superiore di un Cumulonembo.

Virga
Precipitazioni che provengono dalla base di molte nubi ma che non raggiungono il suolo. Possono presentarsi al di sotto dei Cirrocumuli, degli Altocumuli, degli Altostrati, dei Nembostrati, degli Stratocumuli, dei Cumuli e dei Cumulonembi.

Pileus
Nube a forma di berretto o di cappuccio, che spesso ricopre la sommità di un Cumulo a grande sviluppo verticale o di un Cumulonembo.

Pannus
Si osservano quando i cumulus e gli stratus fractus presenti sotto un’area interessata da precipitazioni  si uniscono a formano una coltre nuvolosa compatta; possono essere osservati  sotto la base di altostratus, nembostratus, cumulus congestus e cumulonimbus.

Mamma
Compaiono prevalentemente sul lato inferiore dell’incudine dei cumulonembi (ma possono essere osservate anche in presenza di altri generi) e sono originate da una sorta di convezione al contrario; in questo caso pacchetti di aria fortemente raffreddata scendono verso il basso. Sono indice di forti temporali.

Praecipitatio
La praecipitatio è una particolarità accessoria che si associa alle nuvole da cui cadono precipitazioni che raggiungono il suolo (esempio: nimbostratus praecipitatio).

Velum
Il velum si forma da uno strato di aria stabile e umida, molto esteso orizzontalmente, sollevato da un cluster di nubi cumuliformi. A differenza del pileus tende a permanere a lungo.

Arcus
Anche l’arcus è associato al cumulonembo. Ha l’aspetto di un gradino di nubi molto scuro, arcuato, che precede l’arrivo delle precipitazioni. E’ una nube a mensola particolarmente sviluppata e si origina nel caso di forti temporali a multicella oppure a supercella. Viene originato dalle correnti fredde discendenti, innescate dalle precipitazioni, che sollevano e portano alla condensazione grandi quantità di aria calda e umida.

Tuba
Anche la tuba è una nuvola. Ha la forma di una colonna o di un cono che si protende verso il basso a causa dei vortici d’aria provocati dalle correnti associate a nubi temporalesche. Può annunciare la formazione di una tromba d’aria o di una tromba marina.

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