
E niente, davanti a certe foto è amore nefologico a prima vista. Come nel caso di questo scatto, pubblicato da Alessandro (utente the master) sul forum di MeteoTriveneto. La foto è del 15 marzo 2023, viene dalla provincia di Pordenone ed è stata scattata in una delle rare giornate di instabilità atmosferica di un disgraziato periodo siccitoso per tutto il Nord Italia. Inevitabile che l’occhio caschi sulla cella temporalesca in primo piano, che si apre a ventaglio nel cielo dispiegando tutto il suo campionario di acqua, neve e grandine. Per me la cosa più interessante della foto sono però i cumulus congestus (le nubi cumuliformi visibili sulla destra) letteralmente piegati, quasi a genuflettersi dinnanzi alla potenza della nube regina. Non si tratta di un effetto prospettico o di qualche strana distorsione nell’immagine; i congesti stanno davvero per essere risucchiati dalla cella principale, che funge da vero e proprio aspirapolvere naturale. C’è una zona della nube, infatti, dove l’aria calda e umida viene richiamata dalle aree circostanti e sparata verso l’alto; questa colonna in ascesa si chiama updraft. Di converso, nelle nubi temporalesche esiste anche una zona in cui le correnti cadono vertiginosamente verso il basso sotto la spinta delle precipitazioni; essa viene chiamata downdraft. Ebbene, proprio tali correnti concluderanno il lavoro: dopo la cattura, il downdraft provvederà a disarticolare la struttura dei poveri congesti, che verranno “digeriti” dentro il corpaccione della nube principale. Sembra il racconto di una predazione nel mondo animale… un po’ inquietante, non è vero?