
Altra breve fuga in bici+treno, lontano da tutto e da tutti. Ultimamente ho allargato il raggio d’azione e anche arrivare a metà della mia bella Italia non è più un problema 😉 L’ennesima zingarata mi ha portato a Orbetello, dove tra cielo, sole, mare e aromi mediterranei ho vissuto momenti che non dimenticherò. Da buon appassionato di meteo normalmente scelgo periodi in cui è previsto tempo stabile, ma in questo caso mi sono fatto allettare dalle infiltrazioni fresche che avrebbero potuto generare qualche temporale pomeridiano in discesa dall’Appennino. E in effetti la mattina del 9 giugno 2022, mentre attraversavo la laguna di Orbetello, nubi dense e scure sormontavano minacciose Punta Telegrafo. Sembrava quasi che un gigante si fosse dimenticato di spegnere la macchina dei pop corn dopo una notte di baldoria. Com’era prevedibile, quei batuffoloni mattutini si sono gradualmente sgonfiati, ma la loro presenza era chiaro indice di instabilità atmosferica. Il tempo di disegnare in bici il perimetro dell’Argentario e di un passaggio sul meraviglioso tombolo della Feniglia ed ecco infatti profilarsi dietro le colline, verso est, una scurissima shelf cloud, segno di pioggia imminente. Non si scherza con il tempo che cambia quando si è al mare, immenso pentolone di energia pronta all’uso. Così ho pensato prima di tutto a portarmi vicino a casa e sono poi rimasto ad osservare una spettacolare whales’mouth, la zona più turbolenta di un temporale, fagocitare in pochi minuti quasi tutto il cielo. Il vento a livello del suolo, pur capriccioso e violento, dava solo una pallida idea di quello che stava succedendo in quota. Mille serpenti grigi e neri si avvinghiavano l’uno all’altro sopra la mia testa. L’enorme area delle precipitazioni sullo sfondo e un accenno di wall cloud poco più in là completavano un quadro da manuale della meteorologia. Sono stato lì a godermi fin che ho potuto la degna conclusione di una giornata perfetta sotto ogni punto di vista. Da ripetere. Di più: da vivere sempre e per sempre.