
Lo sappiamo, la nostra bella lingua latina è stata adottata da scienziati e studiosi per designare gli esseri viventi, e non solo: è ampiamente usata in astronomia e in tanti altri sistemi di classificazione in ogni angolo del mondo. Nemmeno le nubi si sottraggono al fascino di questa lingua, che fortunatamente non è per nulla morta! E così eccomi a presentarvi uno stupendo esemplare notturno di altocumulus stratiformis undulatus translucidus. È altocumulus perché nube composta da unità relativamente piccole, abbastanza distinte, con ombre proprie, poste a quote medie; è stratiformis perché si estende orizzontalmente per gran parte del cielo; è undulatus perché la disposizione delle unità costituenti ricorda (più o meno) le onde del mare; è translucidus perché il complesso nuvoloso lascia intravedere l’astro che si trova dietro, in questo caso la luna. Certo, lo potremmo chiamare altocumulo stratiforme undulato translucido… ma volete mettere l’eleganza e la musicalità degli stessi termini formulati in latino? 😉