La dura vita del cloudspotter

Questa foto, che in me evoca ricordi e suggestioni molto forti, è stata scattata sull’adorata Panoramica Gabicce-Pesaro durante una delle mie avventure in bici+treno. Quel giorno il vento soffiava impetuoso e con provenienza irregolare. In quei casi la vegetazione dà un’idea di quanto le correnti spazzino il terreno; su di essa infatti, soprattutto sull’erba alta, si evidenziano le raffiche lineari, i mulinelli e le folate che talvolta vanno a creare curiosi intrecci. Ma è osservando la superficie del mare che ci si rende conto di quanto capriccioso sappia essere il vento. La superficie dell’acqua presentava infatti increspature, onde e strane forme circolari che cambiavano in ogni momento. Mi sono fermato a godermi quel singolare spettacolo pensando che, inevitabilmente, anche le nuvole subiscono lo stesso strapazzo, pur giungendo in quota un po’ affievolito l’effetto deformante della morfologia terrestre. E se il contesto è così volubile e mutevole, è chiaro perché la foggia delle nubi cambi continuamente e perché noi cloudspotter talvolta ci rompiamo invano la testa nel tentativo di classificare un tipo di nube! Un po’ come se cercassimo di fare una foto ad un amico in sella a un destriero imbizzarrito; quello che ne verrebbe fuori sarebbe ben lontano dall’immagine reale… è dura la vita degli osservatori di nuvole… 😉

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